Martedì, 10 Novembre 2009 12:30

Progetto Educativo

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L’educazione alla relazionalità

 

La nostra parrocchia si insedia in un territorio molto eterogeneo e ricco di contraddizioni,  al centro di un ideale quadrilatero che si estende da     a……

Il quartiere, molto vivace ed attivo, è stato, negli decenni scorsi, oggetto di una forte espansione urbanistica, anche se non sempre portata a termine, visti i numerosi cantieri ancora aperti o addirittura abbandonati che insistono sul suo territorio.

I servizi e le attività commerciali sono abbastanza attestati, sviluppatesi in maniera significativa intorno al Campus da una parte, e il Parco 2 Giugno dall’altro. La rilevanza di tali “poli” ha favorito, oltre lo sviluppo urbano, l’implementazione della rete viaria e dei trasporti, che tuttavia non riesce a smaltire efficacemente il traffico che si sviluppa, in particolare, nelle ore di punta. A livello urbanistico, la situazione è complicata dalla scarsità dei parcheggi, che, in particolare nello spiazzo davanti alla chiesa di San Marcello, determinano una situazione caotica e spesso pericolosa.

Infatti, sia durante la settimana per tutti gli studenti del campus, che la domenica per le messe, lo spazio intorno alla chiesa si trasforma in flebile speranza per chi ricerca affannosamente un parcheggio, anche in spazi non destinati alla sosta. Altro aspetto problematico, legato alla circolazione privata, è l’alta velocità con cui spesso, quando il traffico lo permette, si transita per via Fanelli, anche a dispetto delle strisce pedonali, non sempre presenti e sufficienti a garantire l’attraversamento e l’arrivo in parrocchia per i pedoni. Infatti, la conformazione urbanistica dell’incrocio fra via Fanelli, via Divittorio ed Omodeo non garantiscono una sicura e tranquilla accessibilità  agli spazi parrocchiali dall’ingresso principale.

La presenza nel quartiere è molto eterogenea per età, estrazione sociale, composizione familiare ed orientamenti lavorativi: molti sono gli studenti, in particolare fuorisede, e le famiglie che pur risiedendo in zona non vivono il territorio, spostandosi per lavoro o per interesse in altre aree della città. Di contro però, in particolare la parrocchia, ricopre il ruolo di forte centro di aggregazione per diverse persone che risiedono altrove, supplendo in qualche modo all’assenza o alla presenza non sempre efficace ed incisiva – in particolare per i ragazzi e in maniera molto più limitata per gli anziani – di centri di incontro e/o accoglienza.

La realtà complessiva che emerge dall’esame del quartiere, attraversando in maniera trasversale le diverse realtà e “facce” del quartiere che San Marcello idealmente divide, è quella di una grande ricchezza e varietà, i cui protagonisti, però, difficilmente entrano in relazione, sentendosi radicati ed appartenenti – con le proprie peculiarità – alla stessa unità territoriale e, in senso più allargato, spazio sociale e civile di cui farsi carico e condividere problematiche e prospettive di sviluppo.

Collante di esperienze e realtà diverse, la parrocchia, nello specifico, raccoglie e risponde alle diverse esigenze e bisogni che il territorio evidenzia. Centro vitale, sempre in fermento e ricco di esperienze, colori, vissuti diversi, la realtà parrocchiale è capace di farsi promotrice della cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Tanti i gruppi attivi al suo interno, tante le persone da incontrare, ascoltare e cercare, pur nella confusione della nostra contemporaneità.

Per noi inserirci in un contesto così variegato ed impegnativo, ha significato innanzitutto lavorare per una maggiore consapevolezza, partecipazione e corresponsabilità.

Infatti, considerare la parrocchia non solo mero luogo di incontro funzionale alle nostre programmazioni, ma occasione costante di incontro, crescita, confronto ed impegno, richiede una maggiore attenzione alla vita comunitaria, seppur con i suoi mille colori, e una maggiore volontà – reale – di interazione.

L’interazione, infatti, non è un processo automatico che si realizza condividendo spazi, ma un lungo itinerario scandito da incontri, disponibilità, partecipazione e condivisione.

 

Ci impegniamo, quindi a:

  1. Una maggiore conoscenza del territorio in cui operiamo, affinchè la nostra azione possa essere realmente efficace e possa far sentire ai ragazzi – al di là della provenienza – lo spazio del quartiere come qualcosa di proprio, da curare, di cui interessarsi, in cui agire consapevolmente
  2. Rendere maggiormente visibile e concreta la nostra presenza nella realtà territoriale, sfruttando innanzitutto la posizione strategica della nostra sede (Centro Nazareth), nel cuore del quartiere, ma soprattutto proponendo attività che ci spingano ad incontrare persone e situazioni, all’insegno della disponibilità e del servizio, interagendo in maniera positiva anche con le altre agenzie / enti attivi sul territorio.
  3. Sfruttando la nostra metodologia e l’attrattiva che essa può esercitare sui ragazzi, cercare di arrivare e coinvolgere anche le fasce giovanili più disagiate che vivono una situazione di disagio spesso al limite della legalità. Proprio di tale valore intendiamo farci promotori, partendo da una maggiore condivisione delle regole e della legge, fondamento essenziale per il vivere comune, all’interno del gruppo, per poter proporre in maniera coerente una proposta alternativa, sicuramente meno facile ed impegnativa alle scorciatoie dell’illegalità, percorse a volte dai ragazzi anche per gioco e/o emulazione.
  4. Essere parte attiva della comunità parrocchiale, innanzitutto garantendo la nostra presenza nei momenti in cui essa si raccoglie (x es. i ritiri, gli incontri di discernimento, la festa di S. Marcello e qualunque altra occasione la richiami), in modo positivo e gioioso, senza intravedere negli incontri comunitari piccoli o grandi ostacoli al “normale” procedere delle nostre attività.
  5. Consolidare il nostro senso di appartenenza alla comunità e non solo ai suoi spazi, curando maggiormente la gestione degli ambienti utilizzati – richiamando la responsabilità di ciascuno nella cura e manutenzione degli ambienti e risorse che utilizziamo -, ma soprattutto con la scelta e/o concretizzazione delle attività, che dovrebbero cercare – nei limiti – di condividere, con la parrocchia, tempi e priorità.
  6. Creare una rete più solida di relazioni proficue con le altre realtà parrocchiali, in particolare quelle giovanili, con cui condividiamo – seppur con talenti diversi - problematiche e responsabilità educative. Riteniamo, infatti, fondamentale cercare (e sfruttare) maggiori momenti ed occasioni di collaborazione con tali realtà (ACR, i gruppi di catechismo ai vari livelli) per lavorare insieme, in un clima sereno ed accogliente, senza nessuna diffidenza o pregiudizio, o semplicemente, la necessità di momenti “istituzionali” per incontrarci

 


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